Dai segni alla superficie. Come in un’increspatura di energia è possibile ritrovare la forma dei taglienti: l’angolazione di taglio delle sgorbie e forse anche la forza d’impatto del mazzuolo sul manico dello scalpello che ha scolpito questa grande scultura in legno di Noce Canaletto.
Percorrendo i sentieri tracciati dalle linee di fenditura, gli occhi che osservano si trasformano in sguardi plastici, la visione diventa materia e con essa naviga nel mare delle forme.
Il legno è materia animata, sostanza in perenne crescita che narra la sua storia attraverso marezzature, raggi e anelli concentrici. Nella scultura si rigenera attraverso un processo metamorfico dando origine a masse dai tratti geometrici ed essenziali.
Le mani sapienti dell’intagliatore reinventano le fibre, costruendo e assemblando lungo nuove linee di forza, figure razionali e rigorose che daranno vita ad una “Riflessioni di Superficie”.