Nella mia immaginazione la “forma” passa dall’essere un corpo all’essere un riflesso del corpo. Lo specchio riflette e si moltiplica, creando spazi inaspettati e seducenti. Quest’opera scultorea nasce da una profonda riflessione legata allo Zhuangzi o Chuang-tzu, un testo cinese risalente al periodo dei Regni Combattenti (III secolo aC). Nel terzo dei Capitoli Interni viene raccontata la storia del cuoco che non dovette mai affilare la lama:
“C’era un macellaio che lavorava per il principe Wen Hui. Aveva lavorato per il principe per molti anni e nessuno era più abile di lui a macellare un bue senza dover mai affilare la lama.